I programmi di educazione in Sanità debbono prevedere nuove tipologie di formazione per una medicina in evoluzione, con modelli che vanno trasformati e potenziati sulla base di chiari obiettivi formativi e la valutazione dei risultati per non rischiare l’autoreferenzialità e l’implosione. Si deve guardare al futuro, tenendo però sempre presenti i principi etici fondanti dei vari professionisti della sanità, mediatori quotidiani tra la malattia e la salute, tra la sofferenza e il benessere, tra i bisogni di salute dei pazienti e le esigenze dell’economia e i lacci della burocrazia.

The System Academy è un’Associazione scientifica che promuove l’acquisizione di competences e skills tramite l’erogazione e la partecipazione a percorsi formativi di alto livello di specializzazione che si basano su modelli didattici innovativi, caratterizzati da metodiche fondate sull’apprendimento attivo e la verifica della competence acquisita.

Per tale motivo The System Academy si occupa della validazione di format didattici, dei requisiti di accesso dei discenti, della qualificazione di docenti competenti e dei contenuti, al fine di promuovere l’acquisizione delle competenze.

Il progetto de the System Academy nasce pertanto dalla necessità di un cambiamento di prospettiva del metodo didattico, che introduce forme andragogiche più efficaci, utilizzando tecniche interattive, capaci di produrre un coinvolgimento dei discenti con verifica continua delle competenze acquisite. Prende forma, quindi, una nuova prospettiva cosiddetta “learner-centered” che sostituisce quella tradizionale “teacher-centered”. Questo è particolarmente necessario nella formazione dell’età adulta in cui l’acquisizione delle informazioni avviene attraverso un processo esperenziale guidato da una forte motivazione al cambiamento professionale e attraverso un percorso didattico graduale, strutturato ed organizzato. Ogni intervento volto alla formazione, sia d’aula sia pratico, deve interessare tutte e tre le aree (sapere, saper fare, saper essere) attraverso l’impiego degli strumenti didattici e formativi più adatti a supportare lo specifico percorso ed a raggiungere l’obiettivo di competenza come sopra descritto.

Il processo di apprendimento attivo concepito da The System Academy propone percorsi formativi organizzati in 5 fasi:

  1. Fase teorica centrata sul “sapere” che prevede comunque l’utilizzo di nuove metodologie didattiche maggiormente interattive come la flipped classroom*, il problem based learning*, il live streaming, l’e-learning and il blended learning. Tutti i metodi basati sul principio dell’apprendimento attivo presuppongono pertanto:
  • la condivisione del metodo con i discenti e dalle loro esigenze formative
  • la «trasformazione» del docente in un formatore/facilitatore
  • un profondo rispetto – da parte di tutti i soggetti coinvolti nel processo – per il sistema di regole che si sono concordate e una stretta disciplina
  • la fondamentale importanza del «patto formativo» che viene stipulato tra docenti e discenti.
  1. Fase pratica per l’apprendimento degli “skills” su simulatori low e high fidelity (modelli artificiali, modelli animali, realtà virtuale, esercitazioni su cadavere, software per la simulazione). Per quanto riguarda il training pratico, il concetto “learning by doing” non è infatti più accettabile, soprattutto quando si considerano procedure invasive e rischiose per il paziente. Altrettanto, il concetto ormai datato di “see one, do one, teach one” non è più sostenibile. Negli ultimi anni si è pertanto passati ad un modello più complesso e articolato – ma anche più efficace – centrato su: “see one, simulate many, do one competently”. La simulazione, infatti, quale metodo di formazione ed apprendimento di technical e non-technical skills, presenta molteplici differenti possibilità di applicazione. I sistemi di addestramento utilizzati in simulazione sono composti da un’ampia gamma di strumenti tecnologici e di “task-trainers” per l’esercizio di specifiche technical skills per arrivare fino ai simulatori “high-fidelity” in grado di riprodurre funzioni ed alterazioni fisiologiche o patologiche multisistemiche dell’organismo umano.
  2. Fase pratica sul campo con supervisione di un tutor sulla base della curva di apprendimento di ogni specifica procedura e dell’attitudine individuale. Questa fase prevede il superamento della valutazione di competenza acquisita su simulatore.
  3. Fase di assessment quantitativo e qualitativo della competence Ogni fase può essere monitorata sulla base di specifici criteri e strumenti di valutazione (knowledge and skill based assessment) prima di passare alla fase successiva. L’acquisizione della competenza avviene tramite la dimostrazione di una comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e metodologiche in situazione di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale. Negli Stati Uniti fin dall’inizio del secolo scorso (1933) è prevista una certificazione del saper fare o della competenza professionale: la Board certification. La valutazione della competence dei professionisti prevede l’impiego di strumenti per l’assessment delle conoscenze e delle skills come i Questionari a scelta multipla (MCQ) – riconosciuti dal Joint Royal Colleges of Physicians Training Board (JRCPTB) – e le Objective Structured Clinical Examination (OSCE).

Per quanto riguarda le skill procedurali, i criteri impiegati nella valutazione sono sia di tipo quantitativo (volume di procedure eseguite con determinazione del numero minimo) che qualitativo (test di autovalutazione e di valutazione da parte di un supervisor), poiché sebbene il numero delle procedure effettuate possa a ragione essere considerato un indicatore indiretto di garanzia di competence, è altresì vero che i professionisti apprendono (learning curve) le procedure con tempistiche differenti. In questo caso, i numeri assoluti, anche se elevati, potrebbero non garantire la competence dal punto di vista qualitativo. Una valutazione oggettiva delle skills può essere effettuata attraverso il DOPS (Direct Observation of Procedural Skills). Il DOPS è uno strumento progettato per valutare la competenza/abilità dei professionisti nell’erogazione di specifiche procedure operative (skills). Il professionista riceve feedback immediato sui limiti e le aree di miglioramento.

  1. Aggiornamento continuo (Long life learning): l’aggiornamento continuo fa strettamente parte del training considerato come processo continuo e graduale di maturazione del professionista. È anche una necessità legata alla fisiologica perdita di performance in mancanza di richiami formativi. Un intero nuovo paradigma di sviluppo professionale continuo (CPD) è stato proposto per sostituire il convenzionale modello CME. Il CDP comprende varie differenti caratteristiche e si concentra sulla formazione permanente che si basa sulle esigenze dei singoli, e non su esigenze di grandi gruppi di studenti, e prevede l’utilizzo di un’educazione i “learner-driven” e “learner-centered”. CPD è offerto in luoghi che si estendono oltre le aule tradizionali e le sale conferenze e utilizza una varietà di forme di apprendimento e di metodi che consentono di ottenere risultati ottimali. Postazioni di simulazione e centri di pratica clinica ben si prestano alla CPD. I Practice Centre o Boot Camp dove la formazione avviene attraverso un procedimento graduale dalla teoria alla pratica utilizzando le live sessions e la simulazione possono fornire una formazione più in linea con le attuali necessità per il miglioramento della competence e l’aggiornamento continuo (life-long learning) del professionista. Inoltre, CPD presenta una più ampia portata rispetto ai tradizionali CME, e può essere utilizzato per affrontare non solo il dominio clinico, ma anche la gestione pratica, la leadership, il lavoro di squadra, l’amministrazione, e una serie di altre attività professionali. Un altro approccio importante che deve essere utilizzato per offrire un’educazione e una formazione efficaci sulla pratica chirurgica, implica l’utilizzo di un metodo di apprendimento e miglioramento basato sulla pratica (PBLI).

Ambiente e salute, medicina di genere, LEA, medicina narrativa, cybermedicine, responsabilità professionale, rapporti fra le professioni sanitarie, gestione della complessità e della cronicità, nuovi bisogni di salute, organizzazioni sanitarie, accreditamento delle Società Scientifiche, pubblicità, sanità “low cost”, progetti di odontoiatria sociale e solidale saranno i temi cruciali per lo sviluppo della sanità nei prossimi anni e nel breve periodo.

Il settore della medicina generale, con le modificazioni strutturali e organizzative che si andranno a definire su tutto il territorio nazionale, è il terreno più fertile, ma anche all’interno delle Specialità, vi è ampio spazio per diverse procedure. Esempi sono i cosiddetti GPSI o GPwSI (General Practitioner with Special Interest) nella gestione di alcuni aspetti della cronicità** oppure la certificazione di specifiche procedure o abilità di recente introduzione, come la broncoscopia interventistica.

In sintesi the System Academy opera nell’ambito della progettazione di percorsi formativi dedicati all’acquisizione, al mantenimento e al miglioramento della competence professionale certificandola dopo un’accurata valutazione individuale e dopo ogni fase del percorso stesso. Ogni progetto didattico prevede un’attenta valutazione dei bisogni formativi, la dichiarazione degli obiettivi concordati con i discenti, un programma che prevede la loro partecipazione attiva e l’utilizzo delle tecnologie più avanzate per la simulazione e l’erogazione dei contenuti didattici.

*Tra i metodi d’aula, quello della “classe capovolta” (flipped classroom) è ormai adottato da anni per incrementare la produttività dei discenti soprattutto nel tempo che questi passano all’interno dell’ambiente formalmente definito come «classe». I primi esperimenti sono stati condotti negli anni novanta da Eric Mazue, professore di fisica presso l’Università di Harvard, ma i veri fondatori della didattica capovolta sono generalmente considerati Bergmann e Sams. Si tratta una forma di apprendimento ibrido che fa tesoro dell’insieme di elementi tradizionalmente caratterizzanti il contesto “classe” (lezioni frontali, studio individuale a casa, interrogazioni in classe e rapporto docente-allievo piuttosto rigido e gerarchico) per ribaltarli e creare un ecosistema di apprendimento completamente nuovo. In pratica, il metodo punta a far lavorare lo studente o il professionista/studente prevalentemente a casa, in autonomia, apprendendo attraverso video e podcast o leggendo i testi proposti dagli insegnanti o condivisi da altri docenti. In classe lo studente cerca, quindi, di applicare quanto appreso per risolvere problemi e svolgere esercizi pratici proposti dal docente.

Con il PBL (Problem Based Learning) l’insegnante presenta un problema ed opera come un facilitatore o un mentore, piuttosto che come fonte di “soluzioni”. In pratica ai discenti viene presentato un problema (caso) per la risoluzione del quale si chiede loro di attivare la propria conoscenza pregressa. In piccolo gruppi, i discenti sviluppano teorie e ipotesi, identificano i temi sui quali indirizzare la loro attività di ricerca e costruiscono un primo modello condiviso.

 

** L’esigenza di formare il Medico di Medicina Generale con Interessi Speciali e/o l’Infermiere di Famiglia/Comunità con Interessi Speciali, ruolo non ancora riconosciuto a livello istituzionale in Italia, nasce dalla necessità del Sistema Sanitario Nazionale di riprogettare la struttura organizzativa dell’ambito delle Cure Primarie con un forte indirizzo verso lo sviluppo di Forme Associative Complesse a crescente livello d’integrazione professionale (AFT – Aggregazioni Funzionali Territoriali, UCCP – Unità Complesse Cure Primarie) e verso gli istituti degli Ambulatori dedicati alle patologie croniche, dell’Assistenza Domiciliare e della Residenzialità territoriale (Ospedali di Comunità, Hospice, Case di Riposo/Protette, RSA); tutto questo in previsione della necessità emergente di sviluppare il livello intermedio dell’assistenza, visto il profondo cambiamento dello scenario sanitario caratterizzato dall’avanzamento di tutti i livelli di cura (cominciando da quello dell’automedicazione) verso una sempre maggiore competenza e complessità, in ragione del progresso tecnologico nelle scienze mediche e dell’informazione e in considerazione delle sempre maggiori attese di salute e di qualità di vita da parte della popolazione generale.

Il “Medico di Medicina Generale con Interessi Speciali”, oltre a continuare a svolgere principalmente le funzioni tradizionali del suo ruolo, ha anche un particolare interesse, e quindi competenze, in un particolare ambito (patologia afferente ad una specifica disciplina medica, management, ecc.) cui dedica parte del suo tempo lavorativo. Questo nuovo profilo professionale, già inserito da anni nel contratto nazionale dei “Family Physician” inglesi e di altri stati europei e non (con l’acronimo di GPwSI – General Practitioner with Special Interest o anche semplicemente GPSI), si prefigge uno o più dei seguenti obiettivi:

  • Clinici: miglioramento della qualità assistenziale in ambito territoriale, relativamente a quelle patologie a più alta prevalenza e di maggior interesse per le Cure Primarie , sviluppando il livello intermedio delle cure rispetto all’Ospedale che fornisce invece cure sempre più ad alta specializzazione, rendendo anche più appropriato l’accesso al secondo livello di prestazioni sanitarie, interfacciandosi con la specialistica ambulatoriale ed ospedaliera, delocalizzando nel contempo in modo più vicino al Cittadino alcune prestazioni (ad es. diagnostiche) e contribuendo alla riduzione delle liste d’attesa e dei ricoveri impropri;
  • Gestionali: coordinamento, programmazione ed organizzazione delle attività assistenziali delle Forme Associative Complesse, anche in funzione di una migliore integrazione e sinergia tra i diversi livelli di cura;
  • Formativi: promozione della formazione continua e tutoraggio “in loco”, nell’ambito del proprio speciale interesse, rispetto sia agli altri colleghi, sia alle altre figure del team di cure primarie quali per esempio infermieri, dietisti, fisioterapisti, psicologi ecc.

Il “Medico di Medicina Generale con Interessi Speciali” può quindi essere considerato un nuovo profilo della professione del medico di famiglia per coloro che, coltivando una particolare attitudine per un determinato ambito disciplinare, intendono valorizzarlo e farsi trovare pronti al cambiamento.